
Embracer Group, un anno da dimenticare.
Se l’industria videoludica è in difficoltà, spesso per colpa di scelte scriteriate da parte di un management fin troppo sicuro delle proprie abilità, è altresì vero che per raddrizzare la situazione sono necessarie scelte difficili e spesso dolorose. A tal proposito Embracer Group potrebbe essere presa ad esempio di cosa significhi stravolgere completamente una compagnia.
Nel corso degli ultimi 12 mesi, secondo i dai dati emersi durante l’ultimo report finanziario chiuso lo scorso giugno, sono state licenziate ben 4857 persone, cancellati 74 giochi e chiusi ben 36 studi. Praticamente un “bollettino di guerra”.
L’attuale CEO, Lars Wingefors, ha rilasciato una dichiarazione spiegando quali saranno i prossimi passi della compagnia:
C’è un piano ben definito per aumentare i profitti del segmento giochi PC e console. Le risorse sono ora prevalentemente concentrate sulle IP già affermate, che solitamente hanno maggiori riscontri economici.
Ora però mi faccio una domanda, non sarebbe stato più opportuno valutare con maggiore oculatezza le acquisizioni fatte negli ultimi anni, invece di fare man bassa di studi per poi chiuderli miseramente? Così, solo per curiosità.