
Fisico contro digitale, come si evolve il mercato dei videogiochi?
Questa mattina, come sempre a dire il vero, ho iniziato la giornata facendo un giretto su X (ex Twitter) in cerca di qualche notizia succosa legata al mondo videoludico e mi sono imbattuto in questo post di Mat Piscatella, analista presso Circana.
Il software in formato fisico ha rappresentato circa il 10% di tutta la spesa per i contenuti videoludici negli Stati Uniti nel 2019 (tra console, dispositivi portatili, PC, cloud, VR non console, abbonamenti e dispositivi mobili). Nel 2023 questa percentuale è scesa sotto il 5%. Fonte: Circana Games Market Dynamics.
Le vendite dei videogiochi in formato fisico sono scese quindi sotto al 5% (negli USA) in proporzione all’intero settore.
Cosa dire? Che il fisico è morto, che il digitale è il futuro e che in fondo sapevamo tutti che sarebbe finita in questo modo, tutto giusto? Dipende.
Sì perché inizialmente non nascondo di essere caduto nel “tranello” di osservare solo la percentuale piuttosto misera, ma successivamente e solo dopo aver riletto il post, mi sono reso conto che la situazione dei videogiochi in formato fisico non è poi così drammatica come sembra.
Non prendiamoci in giro tra qualche anno quel numero scenderà a zero e a quel punto i giochi in formato fisico faranno parte di un lontano ricordo, ma non è oggi quel momento.
Perché dico questo? Beh perché soffermarsi alla percentuale è un errore banale e come accade per ogni cosa è necessario valutare bene tutti i parametri in gioco.
I giochi fisici sono scesi sotto al 5% nelle vendite di un settore che comprende abbonamenti, DLC, microtransazioni e via discorrendo, c’è per caso chi acquista il Game Pass o il PS Plus in formato fisico? Qualcuno esegue microtransazioni in formato fisico?
Per non parlare delle piattaforme, partiamo ad esempio dal PC dove ormai i giochi sono tutti dematerializzati e dulcis in fundo il mobile. No dai siamo seri, come è possibile parlare di percentuali di vendita relativi a titoli in formato fisico confrontandoli con il mercato mobile? Semplicemente impossibile.
Ma attenzione perché la colpa non è di Piscatella e nemmeno di Circana, su questo voglio essere molto chiaro, il posto è scritto in modo estremamente comprensibile e i dati sono lampanti, si parla delle entrate relative ai contenuti dell’ intero settore videoludico.
E’ chiaro quindi che davanti a un settore che è sempre più digitale, la percentuale dei giochi in formato fisico si stia riducendo in modo repentino, ma guai a lasciarsi andare agli allarmismi.
Sì è vero che negli ultimi 5 anni si sono persi circa 5 punti percentuali, ma è altresì vero che nello stesso periodo sono aumentati in modo esponenziale microtransazioni e DLC, fattore che ha contribuito in modo netto alla situazione che vediamo oggi.
Che il digitale stia prendendo sempre più piede e che in futuro, con tutta probabilità, assisteremo alla completa dematerializzazione dei videogiochi in formato fisico non è un mistero per nessuno. La novità è invece vedere un piccolo segmento, ormai schiacciato da servizi e abbonamenti, resistere stoicamente cercando di cedere il meno possibile.
Se a questo aggiungiamo che persino i grandi player del mercato, come ad esempio Xbox, stanno pian piano riducendo le proprie divisioni interne legate alla commercializzazione dei titoli in formato fisico, beh questo rende quel 5% scarso ancora più importante.
L’auspicio è che il formato fisico continui a esistere e a essere supportato a lungo, la libertà di scelta da parte del consumatore non dovrebbe mai venire meno per colpa delle aziende coinvolte.