PS5 Pro, accoglienza da incubo sui Social

PS5 Pro, accoglienza da incubo sui Social.

Ieri pomeriggio, alle 17:00 ora italiana, è andato in scena l’evento PlayStation relativo alla presentazione di PS5 Pro. Tutto bello, SSD superveloce da 2 Tb, GPU in grado di aumentare la velocità di rendering del 45%, il Ray-Tracing avanzato e tre volte più potente e per finire il celebre PSSR, PlayStation Spectral Super Resolution, il sistema di upscaling proprietario basato sull’intelligenza artificiale e in grado di aumentare le prestazioni dei giochi, anche quelli PS4.

Proprio relativamente al PSSR è doveroso ricordare che per sfruttare questo nuovo strumento i giochi dovranno ricevere un aggiornamento dai relativi studi di sviluppo, quindi sì tecnologia indubbiamente interessante, che tuttavia richiederà l’ennesimo intervento umano per poter essere implementata, chi urlava al miracolo pensando che in autonomia la console andasse a migliorare i giochi – sì alcuni esperti di settore ci sono caduti in pieno – resterà deluso.

Quindi sì tutto più o meno bellissimo, se non fosse che ancora una volta, incredibilmente, Sony è caduta in errore presentando i vantaggi della PS5 Pro su giochi già usciti da anni.

Per carità, nessuno si aspettava nuovi annunci anche perché la presentazione era incentrata solo sulla PS5 Pro, ma di nuovo a schermo sono comparsi i soliti nomi, come Ratchet & Clank Rift Apart (2020), The Last of Us Parte 2 (2020), Spider-Man 2 (2023), sì per carità ottimi titoli, anzi straordinari, ma l’ennesima riproposizione degli stessi giochi solo per godere di qualche miglioria minore sembra davvero eccessivo.

Per il resto PS5 Pro fa il suo dovere fino alla fine, tecnicamente rappresenta il punto più alto mai raggiunto da una console e va benissimo così, ma a che prezzo?

Nota dolente, molto dolente, il prezzo fissato a 799 euro.

Piano con i – eh ma pensavo peggio – perchè i 799 euro sono solo per la versione Digital, che tra le altre cose sarà l’unica commercializzata. Chi la vorrà con lettore ottico dovrà aggiungere altri 120 euro per il lettore estraibile – e sono pronto a scommettere che anche il prezzo del lettore aumenterà improvvisamente – arrivando quindi alla “straordinaria” cifra di circa 920 euro.

Esatto e ovviamente senza supporto per posizionare la console in verticale che costa 30 euro, quindi in totale si potrebbe arrivare a sfiorare i 950 euro.

Quasi 1000 euro per una console di metà generazione, inutile dire che questa notizia è stata accolta malissimo sui vari Social con battute di ogni tipo e riflessioni molto più serie, ma il vero problema è un altro, dietro alla frustrazione degli utenti che speravano in 699 euro con lettore, si nasconde una realtà preoccupante, la prossima PS6 che teoricamente dovrebbe arrivare sul mercato tra il 2027 e il 2028 costerà molto di più rispetto alla tipica soglia dei 499 euro a cui eravamo abituati.

Sì perché se vi ricordate, al lancio, le console avevano un prezzo che andava poi calando, come è giusto che fosse, nel corso degli anni.

In questa generazione abbiamo assistito a qualcosa di mai visto prima, aziende come PlayStation e Xbox che hanno aumentato i prezzi in modo del tutto ingiustificato e senza alcun reale vantaggio per gli utenti, la scusa ovviamente è sempre quella, la crisi globale. Sì certo la crisi globale, le difficili condizioni economiche, il mercato instabile, sì nessuno dice che non sia vero, ma il problema è che gli stipendi non aumentano. Care aziende, non è che se voi incontrate difficoltà, allora i vostri utenti navigano nell’oro, decisamente non funziona così.

E qualcuno a questo punto potrebbe dire – eh ma mica ti obbligano a comprare la PS5 Pro – sì certo, ma il discorso è un altro, oggi aumentano i prezzi di tutto, console, abbonamenti, accessori, le fasce di utenza meno abbienti iniziano a rinunciare al medium videoludico per dare spazio ad altre priorità e si finisce completamente fuori dal concetto di gioco, intrattenimento e community. Se continueranno su questa strada domani inizieranno a tagliare fuori anche la fascia media diventando un mercato di élite.

No è vero, nessuno obbliga a comprarla, nessuno obbliga a sottoscrivere gli abbonamenti, ma per carità dopo nessuno si lamenti delle chiusure, dei licenziamenti, degli aumenti di prezzo, dei giochi usciti in fretta pur di incassare, mai come in questo momento il mercato videoludico avrebbe necessità di un ente regolatore, in grado di intervenire e porre dei limiti alle aziende, perché la situazione non potrà far altro che peggiorare.