
Steam, rimborsi automatici per Ghost of Tsushima Director’s Cut.
Ci risiamo, la bolla è esplosa, quella che in tanti hanno chiamato “la vittoria della democrazia” durante il caso Helldivers 2 in cui Sony aveva rinunciato all’obbligo dell’account PSN per giocare, si è trasformato in un boomerang per l’incolpevole titolo sviluppato da Sucker Punch in arrivo il prossimo 16 maggio su PC.
Inizialmente previsto solo per la componente multiplayer, l’account PSN è stato reso obbligatorio per tutti coloro che hanno deciso di acquistare su Ghost of Tsushima Director’s Cut su Steam, Sony avrebbe infatti modificato all’ultimo momento quelle che dovevano essere le condizioni necessarie per utilizzare il gioco.
Le prime dichiarazioni erano infatti relative esclusivamente al comparto multiplayer e l’account PSN, che ricordiamo non è possibile sottoscrivere in oltre 100 paesi in giro per mondo, sarebbe stato necessario solo per la parte online, lasciando quindi la splendida avventura in single player libera da qualsiasi vincolo.
Così non è stato, a ulteriore dimostrazione di come la comunicazione Sony, da inizio generazione a oggi, stia letteralmente facendo acqua da tutte le parti.
Non solo l’account PSN è stato reso obbligatorio per tutti, a prescindere che l’utente decida di giocare o meno la modalità online, ma questo ha ovviamente costretto Steam al rimborso di chi aveva già acquistato il titolo in quei paesi non coperti dal servizio PlayStation.
Ancora una volta, dopo il caso Helldivers 2, Sony cambia le carte in tavola all’ultimo momento scontentando nuovamente un’utenza già al limite della sopportazione. Il nome PlayStation ha rappresentato per oltre 2 decenni il sinonimo della parola “videogiocare”, ma negli ultimi anni il colosso nipponico sembra aver perso la bussola, con una comunicazione sempre meno chiara e cambi di direzione improvvisi.
Questa nuova tegola arriva subito dopo il “disastro comunicativo” avvenuto con Helldivers 2, dove prima Arrowhead ha ignorato una direttiva Sony e successivamente la stessa casa madre, pressata dai fan inferociti, ha dovuto desistere nel continuare a obbligare l’utilizzo dell’account PSN.